
Camminavo in silenzio, svoltai l'angolo del sotterraneo e mi trovai di fronte ad una di quelle porte nere, le porte per la superficie, sentivo un leggero sapore di acqua e terra, fuori pioveva, pioveva di nuovo!
Ebbi la tentazione di appoggiarvi una mano solo per sentirmi più vicino alla luce, ma qualcosa me lo impedì, la mia mente mi impose di continuare il mio cammino verso i binari e così feci, un passo dopo l'altro, lo sguardo chino, strattonato e spinto dalla folla che sembrava non vedermi, uomo inerme sotto i colpi del tempo.
Da quando l'unica salvezza erano stati i sotterranei, da quando il loro dominio fu totale ci siamo trovati qui a camminare verso i binari, un treno, forse un uscita, un tunnel, sono passati anni oramai; molti di noi hanno abbandonato l'idea di una vita in superficie, vivono negli anfratti, nei cuniculi laterali, sospesi...
Le cose stanno per cambiare però, hanno finalemte trovato una cura, un arma più potente delle loro, emergeremo quando meno se lo aspettano; di giorno, quando i loro occhi sensibili alla luce non sono in grado di scorgerci dietro agli angoli delle case. Li colpiremo in massa, fino a vederne l'ultimo stravolto in terra chiederci pietà, implorare di risparmiarlo, ma non accadrà.
Torniamo per riprenderci quello che è nostro di diritto, quello che è stato creato per noi...
Non ci saranno altre piogge che il mio volto non sentirà...