Stanno morendo, come le foglie sugli alberi, stanno morendo come i fiori nel buio dell'inverno; vorrei solo che le loro facce non mi guardassero così, non con quegli occhi, non così a fondo.
I treni correvano su binari argentei e freddi, volevo solo calore, nulla di più.
Mi chiedevo che cosa servisse? Quale pietra magica poteva trasformare i loro sguardi, le loro menti?
Non trovavo risposte al flusso infinito dei miei pensieri, domande semplici e risposte banali che non volevano riemergere, che non volevano convincermi che quella era la fine, che non vi era un poi, un domani, un forse, un giorno. Era tutto lì, immobile quasi, istantaneo come in una vecchia fotografia dove il tempo ha cessato di esistere, seppellito sono cumuli di ore, minuti e attimi, soggetti immobili, bloccati e insensibili.
Ora il termine ultimo mi si pone innanzi, non accadrà, non a me.
Stanno morendo ed io con loro, in un tempo fluido, mutabile, ma il mio vento resta gelido.
Io cammino da solo, nella mia tempesta di neve e se mi cerchi non sarò altro che gelide schegge di ghiaccio pronte ad infilarsi nelle tue vene ad ogni respiro, ad ogni battito del tuo cuore, ad ogni passo instabile della tua vita. Un ombra.

Life

Ho sempre sognato una piccola casa in legno, su una collina, con l'immensità dei campi sotto di me. Infinite distese dove, all'orizzonte, temporali di calore sprigionano la loro furia elettrica.
Da qui si può sentire un profumo strano, ti entra dentro, ti porta dove vuole, fa viaggiare la tua immaginazione in un bagno di immagini.
Sotto alla veranda un dondolo, bianco, di quelli che cigolano dolcemente trascinati dalla brezza, da un sottile venticello che alza cumuli di polvere rossastra sul lato della strada.
Una lanterna piccola e fioca appesa all'angolo in alto, sulla destra; gli insetti ci ronzano attorno come fosse miele.
Ho portato una brocca d'acqua per innaffiare la terra, nella speranza che un giorno diventi verde. Poi porterò il legno, i chiodi e il dondolo sicuro che la mia fatica è valsa un grande premio.

LuCE


Non qui, non sei qui.
Non in questa canzone, non in questo film, non in questo mondo.
Tu sei il colore, il movimento, la conseguenza instabile, fragile pensiero di primavera; dolce speranza di una nuova luce, candela tremante tra le tenebre.
Vedo la tua fiamma danzare al nero calare della notte, spero non salga il vento a spegnere in fumo ogni tua magia, resto qui ancora un pò, seduto a dondolare la testa; sono solo un riflesso, uno specchio nello specchio. Conseguenze.
Non sei in questa canzone, lasciami il paradiso, indeciso sul da farsi, sono un anima solitaria che dietro tristi veli sorride di una strana malinconia. Lasciami il tuo amore, un giorno mi alzerò di nuovo ma il mio corpo sarà avvolto di ombre nere, come un vortice bruceranno la terra sotto di me, stringeranno il mio corpo, le mie mani e il mio volto.
Ascolta, sento un piano suonare, un eco di melodia infranta, si ripetono i suoni infiniti di due sole note, una pulsazione ridondante. Brivido.
Non sei in questo tempo, nei miei limiti imprecisi, nella mia culla di bimbo, nel mio pianto, non sei nei miei passi, nella polvere della mia vita.

Ti cerco.
La candela
ora fuma cenere.

Polvere di galassie...


Camminavo in silenzio, svoltai l'angolo del sotterraneo e mi trovai di fronte ad una di quelle porte nere, le porte per la superficie, sentivo un leggero sapore di acqua e terra, fuori pioveva, pioveva di nuovo!

Ebbi la tentazione di appoggiarvi una mano solo per sentirmi più vicino alla luce, ma qualcosa me lo impedì, la mia mente mi impose di continuare il mio cammino verso i binari e così feci, un passo dopo l'altro, lo sguardo chino, strattonato e spinto dalla folla che sembrava non vedermi, uomo inerme sotto i colpi del tempo.
Da quando l'unica salvezza erano stati i sotterranei, da quando il loro dominio fu totale ci siamo trovati qui a camminare verso i binari, un treno, forse un uscita, un tunnel, sono passati anni oramai; molti di noi hanno abbandonato l'idea di una vita in superficie, vivono negli anfratti, nei cuniculi laterali, sospesi...
Le cose stanno per cambiare però, hanno finalemte trovato una cura, un arma più potente delle loro, emergeremo quando meno se lo aspettano; di giorno, quando i loro occhi sensibili alla luce non sono in grado di scorgerci dietro agli angoli delle case. Li colpiremo in massa, fino a vederne l'ultimo stravolto in terra chiederci pietà, implorare di risparmiarlo, ma non accadrà.

Torniamo per riprenderci quello che è nostro di diritto, quello che è stato creato per noi...

Non ci saranno altre piogge che il mio volto non sentirà...

Spirito del Mare

Spirito del Mare!!
Mi hanno perseguitato infinite, le tempeste, nubi oscure, presagi di un imminente fine.
Dietro ogni orizzonte, prima di scomparire in una nuova alba udivo il canto delle sirene al largo delle coste; ogni notte pregavo che quella non fosse l'ultima. Il sole tramontava.
Dietro ogni tramonto sentivo la brezza salata del mare, che portava con sé ricordi e speranze. Trascinava enormi velieri alla deriva; navi vuote, silenziosi esseri magici, lasciati decadere in balia delle onde.

Nessuno si chiedeva, come quelle enormi navi potessero ancora vivere, nessuno sapeva da dove venissero, di quale battaglia erano state testimoni, vinte o vincitrici.

Il loro destino era segnato, vagabonde nel mare, senza equipaggio, senza vele.

Dietro ogni onda, lì stava il mare, la sua potenza dominatrice, la sua gloria e la sua condanna. Chiedo solo di poter sentire ancora l’acqua colpirmi il viso, una volta sola.

Voi che vivete in un mondo di pietra, osservate la mia nave. Io capitano senza equipaggio, anima senza un corpo, rilegato sulla mia ammiraglia lascio che il vento la trascini ai vostri porti invisibili in cerca di riposo, lascio che la mia nave senza vele mi dia pace!

Echi d'immenso


Ci saranno nuove spiagge, orizzonti lontani e terre sconosciute, profumo di viole e fiori di campo.

Lune di ghiaccio, su un mondo nuovo.


Ci sono delle farfalle sul portico della casa, non le ho mai viste prima, risplendono di un verde brillante, forse vengono dalla foresta! La foresta...
noi non possiamo accedervi, ci hanno vietato di vedere, di andare oltre la coltre di alberi che circonda la nostra terra.
Le farfalle verdi, mi sembra quasi di poterle toccare, stanno volando attorno alla fiamma della candela, lasciandosi dietro piccole nuvole di polvere colorata.
Un sogno a pochi passi da me, vorrei volare con loro nel bosco, laggiù oltre il vecchio pozzo e il mulino, vedere tutto divenire piccolo e lontano: addio terre di paura, addio morte, addio freddo...

Mi basta un passo, attraversare la soglia della porta e toccarle!
E...se non funzionasse, loro lo saprebbero, non ci sarebbe più nulla per me, è meglio che le allontani da qui, devono tornare nel bosco, non voglio che mi vedano qui con loro!

Torneranno! Torneranno per me, di notte, quando nessuno potrà vederci.....

Il Villaggio delle Lanterne


Ascolta il mio grido!

Luci di villaggi lontani! Non fateli passare, guerrieri della morte venuti per il vostro sangue!

Portate i bambini lontano, dove non possano trovarli, dove non possano udire il suono dei loro sogni.

Giullari danzanti alle corti dei sovrani, eterei come polveri magiche; loro arriveranno, il calare del sole aprirà i loro sepolcri, hanno fame...

Ridete ora, ignari del ritorno dannato di chi una volta era con voi, non invitateli, lasciateli passare altrove, l'ombra della vostra alcova è per loro fonte di energia; sicuro approdo di un anima persa, involucro vuoto.


Cavaliere errante, cacciatore di demoni, proteggi il Villaggio delle Lanterne, fà che i fuochi di questa notte non si spengano incatenati nel dolore, che risplendano ancora come guida per il viaggiatore solitario.

Vuoti! Ora i loro rifugi sono vuoti, le loro tombe profanate hanno lasciato penetrare i raggi della luna; questo è il loro momento...

Cavaliere errante, proteggi il Villaggio delle Lanterne, colpisci i loro cuori pulsanti!

Agrodolce


Scende fredda la neve sul mausoleo.

Dove sono gli eroi? Li hanno uccisi tutti, sterminati dal primo all'ultimo; sparsi nei cieli a combattere, i loro corpi instabili e freddi.

Hanno incatenato i prigionieri alle galere, navi spettrali.

Una luce nera sul mare, il riflesso di un porto.

Mano tesa a chiedere aiuto, in ginocchio sul gelido prato di fronte a quelle scritte: nato per poi non tornare più, mai più, solo numeri e fiabe distrutte dal tempo.

Un uragano, i fulmini hanno colorato i cieli pallidi di un nuovo inverno.

Scende la neve. Corri! Fuori hanno acceso i fuochi.

Dove uccideranno?

Li sento.
Scenderanno dalla collina, sul retro della casa, sono qui.

Insensibili al freddo. I loro artigli sono pronti a cogliere il sapore di un altra vittima, un altra morte.

Lunghe ciocche bionde strette nel pugno, macchie di sangue.

Indissolubile...

"Salve...come andiamo oggi?"
"Pensavo! Sai un giorno verranno, sì questo lo sento è una certezza così profonda che posso quasi toccarla, materiale e tangibile.
Verranno e si siederanno giù al porto, sul muro di mattoni rossi, l'uno accanto all'altro nei loro abiti eleganti a guardare il mare alzarsi ed abbassarsi, spinto da correnti invisibili.
Il freddo vento del nord taglia il volto, spezza il caldo, una tempesta si avvicina; i loro sguardi fissi, immobili all'orizzonte.
Contemplano il creato; suoni di trombe lontane...ora piove!
Uno si è mosso, ha allungato la mano, raccoglie le prime gocce, le osserva, chiude il pugno e le lascia cadere in un rigagnolo sospeso nel vuoto che scende fino al mare.
Ora muove lentamente la testa, guarda quello sedutogli accanto; accenna un sì con il capo spalancando larghe ali bianche....!"

Dedicato a chi...

Dedicato a chi adesso nasce, a chi muore, a chi aspetta il sole dietro le tende spesse della sua finestra, a chi ha sorriso ed ora piange, a chi piange perchè poi sorriderà ancora...

a chi è stanco di combattere perchè possa tornare a farlo, a chi ama, a chi non è amato, a chi spera, a chi adesso corre fuori nel vento dove solo il tempo può raggiungerlo, a chi desidera un futuro migliore, a chi il suo futuro già cel'ha,a chi crede in Dio, a chi lo cerca...

a voi che state leggendo, a chi si chiede perchè? A tutti quei volti nel mondo con le loro storie, le loro anime, le loro vite.




A chi soffre.


A te.
Voglio solo che tu sia felice e in fondo, anche io cerco questa tua stessa felicità....
Certe volte vorrei poter iniziare a camminare per non fermarmi più; uscire dal mondo sempre a piedi, un passo dopo l'altro e dimenticare.
Sentire il canto degli Angeli sulle spiagge bianche, volare così in alto che l'aria diventa gelida e la terra piccola, colori e luci invisibili. Poter governare tutte le mie emozioni fino a renderle solo un soffio leggero che non turba e non distrugge.E poi? Dove chiuderemo gli occhi? Con chi?
Tutto quello che è programmato, prestabilito dalle nostre menti si confonde con piani più grandi che sovrastano ogni nostra volontà, strade infinite che sembrano così difficili da percorrere e forse vorremmo solo sapere il perchè; domande che non avranno risposta, domande che non vanno fatte ma che ci lasciano un chè di agrodolce sulle labbra. Nate quasi per consolarci, per dirci "tu cammina..."
Paura di chiedere. Paura delle risposte e tutto sembra morire dentro di noi senza una via di fuga.
Bilanciato in perfetto equilibrio.

Dove non potete vedermi...

Sono come voi!!Ma una parte di me non potete vederla, sono come spirito gelido che vi attraversa incostante e leggero, una vibrazione.
In attesa! Aspettate che qualcosa accada; la vita, la morte, aspettate voi stessi di essere; mentre io osservo silenzioso i vostri volti stanchi, i vostri passi lenti per le vie delle città con gli occhi attratti dalla luce delle vetrine.
Sentite quel brivido, quasi incomprensibile come se qualcuno vi stesse seguendo, spiando??
Ecco, lì sono io...

Leggera brezza che scuote il grano maturato al sole e lascia cantare i grilli nelle notti di luna piena.
Raggi di luce nell'ultima nebbia di un bosco, profumo di muschio e fiori selvatici.
"Posso sedermi? Disturbo?"
"Prego si sieda pure, per caso ha una nocciolina?"
"Tenga, sia felice anche lei!"

Addio.

Mi chiedi: perchè non posso dimeticare?

Ho socchiuso gli occhi, piangevo! Piangevo per voi che state soffrendo.
Quanto è vasto il mondo, quanti chilometri di spazio che i nostri occhi non vedranno mai, come mi sembrava grande la mia camera, la mia casa, la via dove Sam vendeva le noccioline ai passanti. Buon vecchio Sam, tu il mondo nemmeno sapevi che forma aveva, ma vendevi noccioline e questo ti bastava, eri felice!! Felice nel tuo piccolo, una gioia che nessuno ha mai potuto capire, ma tu sì!
Ora mi rivolgerò a voi e vi dirò banalità già sentite, ma mai troppo attuate, credete in voi stessi! Non dimenticate mai il passato e se cadete sappiate che ci si deve alzare.
Posso avere una nocciolina, vecchio Sam??
Sono cadute a terra, sono polvere!Solo una memoria, scritta a caratteri gelidi su un blocco di marmo!!Ora vivo in eterno.

In fondo...

Mi vedi? Sono in fondo, seduto su quella stessa panchina a guardare l'ultimo raggio di un sole morente!
La sua vita è questa, un solo giorno e non apparirà mai più, ancora un secondo, ora ha chiuso gli occhi, in eterno.
Adesso fa freddo e fuori è buio...
Sento la strada scorrere veloce sotto di me.Sono come sospeso, a metà tra la terra ed il cielo,naufrago di un sogno. Il respiro mi manca, le luci che prima erano nitide al mio passaggio si sono trasformate in lunghe scie gialle: ora tutto è confuso.
Vendo tramonti al miglior offerente, voglio solo un sorriso!
La strada curva, forse scende; ho iniziato a cantare canzoni che la mia mente non ricorda, eppure conosco esattamente le loro parole, ma la mia voce è sottile, quasi roca.Tutto è sbiadito;come immerso in un lunghissimo tunnel, vedo i loro volti, poi il vuoto...
Un bambino:"Dove andrai adesso??"
Io non andrò, mi limiterò a dissolvermi come l'ultimo raggio di sole, sono tenebra e luce, seguo le regole che governano il mondo, non possiamo impedire che sia ancora inverno e non possiamo impedire al uomo di morire!!


Io sono: mi presento.


Mi presento!!! Io nasco così, con gli occhi chiusi e sorridendo.
Non mi sono disperato quando qualcuno ha deciso che dovevo vivere, ma mi sono alzato dalle ceneri, ho preso la vita tra le mani e le ho fatto un applauso...
Io sono la tua parte nascosta che esce quando devi dire a qualcuno tutto ciò che pensi, quando devi dire ad una donna che la ami, quando credi in te, nelle tue capacità.

Sono la malinconia dolciastra dopo un temporale, il sapore della pioggia, il tuo incubo e il tuo sogno; sono delirio e saggezza.


I perfetti opposti convivono in me creando una totale armonia!!


Per tutti voi, sono semplicemente il Signor Maskruly...