Notti d'estate...

Questa notte, come tutte le notti, violenteranno una ragazza nel parco, ma non ci saranno supereroi mascherati a tirarla fuori dai guai, nessuno volerà in suo soccorso. Eppure dopo, tutti grideranno, urleranno dalle loro casse di vetro, dicendo che non si può più vivere così; daranno la colpa ad ogni cosa che vedranno, tranne a loro stessi e ai supereroi.
Così a Natale hanno regalato a Sam una pistola e gli hanno spiegato che con quella le cose brutte spariscono; da sotto al letto, il mostro nero chiuderà gli occhi per sempre. Ora Sam non ci gioca più, sembra che il mostro nero lo abbia convertito e che un commesso di un negozio lo abbia impallinato davanti alla porta prima ancora che potesse svuotare la cassa e comperare il biglietto per le hawaii. Sassi incrinano bare di vetro.
In strada, un ragazzo stava scrivendo "Ti amo" alla sua fidanzata con una bomboletta bianca, non è mai arrivato alla "o". Ora stanno cercando di toglierlo dalle ruote di un camion, il mezzo non ha nemmeno frenato. Brandelli di cranio sono ancora sparsi sulla scritta, un bel condimento per la cena. Forse lei non lo amava così tanto!
In tutto questo sento che presto busseranno anche alla mia di porta, così sono qui che limo il coltello lungo. Lo passo sulla pietra come si faceva un tempo, ma tengo sempre dietro alla porta una mazza nel caso in cui il mio aggressore dovesse venire disarmato, almeno avremo il tempo per conoscerci meglio.

Vuoti a rendere....

Scorrono scure immagini da una pellicola rovinata. Forse mi sono addormentato durante la proiezione. Seduta accanto a me giace una giovane donna, in mano tiene ancora dei pop corn, sembra che non le siano mai arrivati in bocca; i suoi occhi sono orbite vuote che mi fissano da un mondo eterno, al suo fianco un ragazzo, la sua mano o quello che ne resta è avvolta intorno alle sue spalle, le bacia il collo con una lunga serie di denti scheletrici,ridono tutti.
Sento uno scricchiolio, forse dall'ultima fila si stanno alzando per la fine del film, mi giro ma non vedo altro che fosse orbitali vuote e vestiti laceri, immobili nella polvere. Penso che sia ora di andarsene, il mio orologio segna le 23 già da qualche ora, forse si è fermato anche lui come tutti.

Ieri...

Cammino nella polvere densa, caduta come cenere, un giorno dal cielo.
Una donna piange mentre il suo bambino lancia sassi ad una macchina, un giorno lo ritroveranno morto nelle fogne di quest'immensa città.
Stanno creando dei simulacri con i loro corpi, li stanno divinizzando seguendo gli esperti consigli di una massa inesperta, si classificano come diversi,ma stanno prendendo il futuro della società per buttarlo in pasto a cani e anabolizzanti.
Scorrono sullo schermo pubblicità di costose auto: guida una di quelle e sarai l'uomo del futuro. Qualcuno ubriaco si è schiantato contro un muro, non è possibile che sia morto, lui aveva una grossa macchina che lo ha reso famoso. Questa notte all'obitorio potrà spiegare ai suoi vicini che cosa si sono persi a morire suicidi in una calda notte d'estate.
Giù in strada stanno manifestando pacificamente per un'idea che nessuno di loro ha capito. Lasciano dietro di sé cadaveri impiccati agli alberi più alti, cadaveri con in mano i loro stessi cartelli.Qualcuno urla, sprona la folla.
Un vecchio è stato ritrovato morto su una panchina, sembra che chi lo ha ucciso quel giorno non aveva nulla di interessante da fare.
Il mostro nella scatola di vetro ha parlato, gli inetti si sono alzati, hanno obbedito e hanno fatto fuoco, volevano sapere, se come nei film, i proiettili rimbalzano sulle membra oppure no, a quanto pare no.....

Oggi mi hanno insegnato che l'amore umano è come un gioco, devi essere bravo a lanciare i dadi per fare un doppio sei e capitare sulle caselle giuste.
Oggi mi hanno insegnato che è un caso, una possibilità, ma non troppo remota, basta solo essere se stessi.
Oggi, mi hanno insegnato che si deve tenere il piede in più scarpe per poi scegliere quella più comoda, quella più facile da gestire.
Oggi mi hanno insegnato che molte volte, questo gioco fa male, che è come mettere le dita in una trappola per topi e sperare che il sangue non schizzi troppo in alto.
Oggi mi hanno insegnato che inebria i sensi, che sconvolge la vita, che se preso in dosi massicce rende stupidi davanti alle apparenze.
Tutti sembravano pervasi di una vita diversa, smettevano di far scorrere pensieri nelle loro menti già vuote per riempirle del volto amato, destinato a decomporsi e marcire,unica ragione di vita.
Amano i loro corpi scolpiti nel marmo, amano dei cadaveri ambulanti che domani saranno mutati in mucchi di vermi e carni corrotte, non capiscono l'essenza delle cose, si fidano delle illusioni e dei sentimenti facili.
Oggi ho imparato che sui miei dadi avevano cancellato i numeri, che le scarpe mi vanno strette e nessuno mi aveva invitato a sedermi al tavolo, così resto in piedi a scrutarli mentre le lacrime scendono sui loro volti; mentre cercano di ricomporre quell'immagine che la loro mente ora ha reso trasparente.
Il sangue denso scorre tra le vie, si porta dietro corpi che si accatastano sulle strade a formare barriere.
Oggi ho imparato, che l'unica cosa che avrete sarà l'orrore e la paura come ricompensa della vostra scommessa.
Ridete, prima che il sole rosso vi schiacci con il suo peso, sbriciolando le ossa del vostro torace in schegge piccole e appuntite.

Ridete.

Silent

Angeli di pietra, posano i loro piedi sulle tombe aperte, spiegando le loro ali al cielo.
Portano le bare fuori dalle auto e l'uomo in bianco attende immobile, sotto una pioggia leggera, che la terra ricopra le loro membra.
Saranno milioni di persone forse più, il silenzio cresce come un cancro, non c'è tempo per piangere, per ricordare.
Lente braccia di uomo posano i loro fratelli, nella nuda terra, i loro sguardi osservano i guardiani dell'umanità vegliare instancabili sulle loro anime.
Continua a scendere la pioggia dal cielo, un unico dolore unisce i popoli del mondo, quando un angelo di pietra si sveglia dall'incantesimo.
Fiori di loto nascono dalla terra, saranno milioni, forse più...

Stanno morendo, come le foglie sugli alberi, stanno morendo come i fiori nel buio dell'inverno; vorrei solo che le loro facce non mi guardassero così, non con quegli occhi, non così a fondo.
I treni correvano su binari argentei e freddi, volevo solo calore, nulla di più.
Mi chiedevo che cosa servisse? Quale pietra magica poteva trasformare i loro sguardi, le loro menti?
Non trovavo risposte al flusso infinito dei miei pensieri, domande semplici e risposte banali che non volevano riemergere, che non volevano convincermi che quella era la fine, che non vi era un poi, un domani, un forse, un giorno. Era tutto lì, immobile quasi, istantaneo come in una vecchia fotografia dove il tempo ha cessato di esistere, seppellito sono cumuli di ore, minuti e attimi, soggetti immobili, bloccati e insensibili.
Ora il termine ultimo mi si pone innanzi, non accadrà, non a me.
Stanno morendo ed io con loro, in un tempo fluido, mutabile, ma il mio vento resta gelido.
Io cammino da solo, nella mia tempesta di neve e se mi cerchi non sarò altro che gelide schegge di ghiaccio pronte ad infilarsi nelle tue vene ad ogni respiro, ad ogni battito del tuo cuore, ad ogni passo instabile della tua vita. Un ombra.

Life

Ho sempre sognato una piccola casa in legno, su una collina, con l'immensità dei campi sotto di me. Infinite distese dove, all'orizzonte, temporali di calore sprigionano la loro furia elettrica.
Da qui si può sentire un profumo strano, ti entra dentro, ti porta dove vuole, fa viaggiare la tua immaginazione in un bagno di immagini.
Sotto alla veranda un dondolo, bianco, di quelli che cigolano dolcemente trascinati dalla brezza, da un sottile venticello che alza cumuli di polvere rossastra sul lato della strada.
Una lanterna piccola e fioca appesa all'angolo in alto, sulla destra; gli insetti ci ronzano attorno come fosse miele.
Ho portato una brocca d'acqua per innaffiare la terra, nella speranza che un giorno diventi verde. Poi porterò il legno, i chiodi e il dondolo sicuro che la mia fatica è valsa un grande premio.